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domenica 22 ottobre 2017

e-Estonia e le salsicce umane

Una delle cose che mi piace del mio lavoro e’ che mi manda in posti inaspettati, dove magari di mio non andrei. Non perche’ non siano belli, ma perche' quando mai capita di andare a Tartu per i cavoli propri? Ed e' cosi' che sono finita in Estonia.

L'Estonia, e Tartu in specifico, mi ha molto affascinata perche' e' un Paese che da una parte ricorda il periodo sovietico (o meglio, "occupazione", come hanno insistito gli Estoni che ho incontrato), e a tratti e' pure un po' sgarrupato stile Scampia del Baltico

Questa e' la chiesa in centro a Tartu, che come notate non e' nuovissima
Casa storta, che manco a Pisa



Al contempo, l'Estonia e' tecnologicamente molto avanzata. Il bus che ho preso da Tallin a Tartu aveva schermino tipo aereo con cui si va su Google e si guarda Puss in Boots, e poi si usa il wi-fi per twittare la cosa. E il tutto per otto euro. L'Estonia ha una delle meglio connessioni Internet al mondo, e ha inventato SKYPE. Cioe’, senza l’Estonia noi saremmo qui ancora a farci le telefonate intercontinentali e io non potrei guardare Game of Thrones a distanza con il mio compagno, ci rendiamo conto? 

Per questo motivo l'Estonia viene chiamata e-Estonia, e questa cosa ha mandato me e i miei colleghi in brodo di giuggiole, visto che eravamo li' per una conferenza a tema Internet. Ovvero un posto dove nessuno parla e chiunque sta attaccato al proprio smartphone, ma dove, a differenza di quello che accade in altri contesti sociali, e' assolutamente accettato e anzi incoraggiato. 

Vorrei ora scrivere che la cosa che mi e' piaciuta di piu' dell'Estonia e' qualcosa di intellettuale o culturale, ma la verita' e' che e' stato il connettermi a Internet nei posti pubblici senza dover inserire il nome del cavallo di mia nonna e delle particelle del mio DNA per autenticarmi nei siti.

La seconda cosa che mi e' piaciuta e' stata la tradizione della sauna Finlandese. C’era una spa nel mio albergo, e io insomma, forse, magari, potrei aver saltato una sessione o due della conferenza per starmene a mollo nell’acqua calda. Ma solo per integrarmi con la cultura locale. E per sopravvivere al fatto che l’Estonia e’ per ora l’unico Paese che abbia visitato e che mi faccia sembrare la Germania calda.

Tartu e’ una citta’ studentesca con l’Universita’ piu’ antica del Paese. 

Universita' di Tartu


 Infatti proprio in centro c’e’ una statua di due studenti che si baciano, che erano il nipote dello scultore ed una tizia a caso che si stava limonando.

La statua dei due che limonano, giustamente con l'ombrello perche' l'Estonia non pare esattamente baciata dal sole


Oltre a pomiciare, gli studenti hanno anche la tradizione di attraversare un ponte. Il ponte, fatto chiaramente da Calatrava prima della laurea, ne sostituisce uno di pietra molto piu’ bello bombardato dai nazisti (sti crucchi, sempre). E voi direte, che difficolta’ c’e’ ad attraversarlo? C’e’, perche’ questi si arrampicano sull’arco superiore, che e' li solo a scopo estetico ed e’ strettissimo, scivoloso, e sempre ghiacciato, e rischiano di cadere in acqua morendo malissimo. Perche’, evidentemente, nonostante la tradizione del limonare, questi non c'hanno poi molto da fare. 

Il ponte che gli studenti attraversano rischiando di morire molto male


Arrivati alla conferenza, ci siamo subito precipitati sui gadget, che sono piu’ o meno il motivo principale per andare ai convegni dopo le saune negli alberghi e l’alcol gratis. Ci danno un portachiavi un po’ sfigato. E poi ci viene spiegato: in Estonia una legge vuole che la sera si mettano addosso delle cose riflettenti. Perche’ loro vogliono ad ogni costo che tu sia visibile al buio, probabilmente per meglio individuarti quando ti arrampichi sui ponti.

In Estonia e’ anche considerato molto scortese tenersi la giacca addosso all’interno degli edifici. Il che sarebbe molto piu' facile da seguire come norma se non ci fossero zero gradi in Ottobre. 

Inclusa nella conferenza c’era anche una serata con canti tipici Estoni. Sono arrivate quaranta donne che cantavano la versione baltica di “quel mazzolin di fiori” vestite con gonne di pannolenci grigio e dei nastrini rossi in testa. Una di loro ci ha spiegato il significato delle canzoni. La prima canzone parlava delle scelte difficili che deve fare una giovane donna nella vita: meglio cogliere una mela, o avere un uomo? (Non sapevo fino a questo momento che le due cose si escludessero a vicenda). Un’altra canzone si chiedeva: quando il suo amato le costruisce un’altalena, cosa deve dargli in cambio una giovane donna? (E io qui ho subito proposto la mela). Avrei voluto ridere a queste spiegazioni, ma il fatto che non riuscissi mai a capire quando gli Estoni stessero scherzando e quando fossero seri complicava orrendamente le cose. 

Poi, siamo stati portati ad un tour della citta’ fatta da due guide appassionate di folklore. Neanche le guide avevano una grande espressivita’ facciale o tantissima gioia di vivere, ma in compenso il loro logo e’ formato da due corvi neri e giravano con un corvo di peluche.

Ci hanno accolti dicendo che il tema principale del tour erano le “human sausages”. Io ho subito iniziato a pensare a dei doppi sensi e mi sono sentita un po’ infantile. Poi ho sentito le storie che ci raccontavano e ho rimpianto che “human sausage” non fosse uno squallido doppiosenso.

In compenso c’era un maiale.

Statua di un maiale in mezzo a Tartu


Nel tour non abbiamo visto quasi nulla, ma abbiamo preso tantissimo freddo e sentito diverse storie del periodo della seconda guerra mondiale, quando Tartu era occupata prima da Russi e poi da Tedeschi e arrivavano i rifugiati da Leningrado sotto assedio. Un periodo storico divertente, insomma. 

Le storie contemplavano 1) un fratello la cui sorella grassa viene rapita da dei medici che usano il grasso della gente per degli esperimenti. Il fratello trova la sorella in un forno con il grasso che cola, la salva ma lei poi non trova marito perche’ a quel tempo le persone andavano cicciotte. 2) Gente che non aveva cibo e allora in tutta Tartu c’era la leggenda metropolitana che esistevano delle fabbriche di salsicce umane (quindi esatto, non c’erano doppisensi). Nonostante sia logicamente impossibile che una citta’ in macerie avesse le risorse per fare delle fabbriche del genere, I Tartiani (Tarini? Tartariani?) ne sono convintissimi e si arrabbiano se metti in dubbio la cosa 3) C’erano questi rifugiati di Leningrado che erano chiamati bag boys perche’ possedevano solo quello che avevano in una borsa, che di solito contemplava una lametta con cui minacciare la gente per rubargli il cibo.

Tutto cio’ raccontato nel buio (e nessuno aveva il portachiavi riflettente, da buon branco di fuorilegge), nel freddo, e con il pupazzo di corvo ben in evidenza. E senza traccia apperente di humor. 

Poi la guida dice che nel periodo si mangiavano pure i gatti, e li spacciavano per conigli. Tutto il gruppo, che non aveva mosso ciglio all’idea delle salsicce fatte di persone, si sono indignati: ma come, mangiavano I GATTINI? D’altronde noi studiamo Internet, e i meme delle persone non sono mai particolarmente trending su Twitter.
Ad ogni modo ora mi adoperero’ per creare un gemellaggio Tartu-Vicenza.

La storia dei gattini ha risvegliato il gruppo dall'intorpimento e tutti si sono sentiti in dovere - guide Estoni incluse -di mettersi a parlare di quelle leggende metropolitane tipo il topo trovato nel pane di Tesco e i manici di ombrelli nella Nutella e lo sperma di toro nei panini del McDonald's.

Il tour e’ finito con il racconto delle mogli degli ufficiali Russi a Tartu che giravano per negozi e vedevano della lingerie di lusso, perche’ la moda a Tartu prima della guerra era meglio di quella Russa. Cosi’ queste signore si compravano delle camicie da notte e se le mettevano per uscire perche’ non sapevano fossero per dormire, e tutti le deridevano. Non vorrei sembrarvi russofoba, pero’ queste erano le nonne delle russe che mo vediamo fare shopping a Milano, qualcosa vorra’ dire.

Insomma, l’Estonia mi e’ molto piaciuta e mi ha regalato delle grandi perle. Ora vado a rannicchiarmi in un angolo nella calda Germania e lamentarmi del fatto che stasera non faro’ la sauna.

Tartu al tramonto






4 commenti:

  1. Pensa, io sono stata a Tartu in viaggio di nozze. Non solo lì, abbiamo visitato tutti i paesi baltici. Di Tartu ricordo alcune chiese, una cioccolateria, il famoso ponte e un ristorantino-caffè vicino all'università. La storia delle salsicce ce la siamo persa!!

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    1. Che ti sei persa! A parte tutto, un giro dei paesi baltici mi ispira molto, prima o poi...

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  2. Ma davvero Skype lo hanno inventato in Estonia?

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    1. Guardare Wikipedia per credere https://en.wikipedia.org/wiki/Skype

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