Post più popolari

lunedì 19 marzo 2018

Nel mio ebook reader #1- #10

Mi piacciono molto i blog degli altri quando parlano di libri. Negli ultimi due anni, secondo il mio ebook reader, ho passato 551 ore a leggere, un tempo che mi avrebbe permesso di imparare il Tedesco come Goethe o di scrivere un libro io stessa, ma che sono felice di aver impiegato nel leggere libri di altri.

Il mio compagno mi prende un po' in giro perché dice che io leggo solo storie lacrimose di donne che stanno male in Paesi in via di sviluppo, e dice che i libri che mi piacciono hanno una trama che si può riassumete in un tweet. Io non sono d'accordo, semplicemente cerco di leggere storie che non abbiano personaggi convenzionali (leggi: che non siano uomini bianchi eterosessuali e che passino il Bechdel test). 

Visto che l'unico libro di cui parlo con il mio compagno è Game of Thrones (di cui non faccio un commento, perché, se ancora non l'avete letto, CHIUDETE QUESTO blog e andate a farlo) e che da quando me ne sono andata dal Colorado non frequento un Book Club in cui discutere di libri, ne posto i dieci più recenti che stanno nel mio ebook perché ho un bisogno impellente di dire cosa ne penso (e sicuramente anche il resto del mondo brucia dal desiderio di avere la mia opinione).

Cerco di non fare spoiler, e metto solo quelli che mi sono piaciuti (per dire, 50 sfumature di grigio che ho abbandonato a pagina 10 per passare al podcast di Dan Savage ve lo risparmio)

#1 L'Amica Geniale, Elena Ferrante (tutta la quadrilogia)



Trama in un tweet: Studiare ti può far allontanare da camorra e povertà senza dover andare a letto con un coatto violento, ma innamorarti (o far innamorare) uomini pessimi può comunque darti un sacco di grane
Pro: Finalmente un libro che piace agli Americani ma che non gli fa fare domande come "Ehi, ma pure tuo padre fa le offerte che non puoi rifutare come il padrino?" o "Ehi, ma è vero che non fate nulla tutto il giorno come Eat, Prey, Love?".
Oltre a descrivere la realtà di Napoli (con povertà, violenza domestica, camorra) in modo potente e coinvolgente, il libro ha il pregio immenso di avere come protagonisti principali degli ACCADEMICI, ed essi sono intelligenti e rispettati, non dei poracci che vanno alle conferenze per scroccare i cubetti di formaggio agli aperitivi (in questo, il libro è praticamente fantascienza).
Inoltre, è scritto molto bene e non usa il dialetto, di cui io non sono una grande fan.
Contro: Ci sono dei momenti in cui le storielle d'amore della protagonista adolescente fanno pericolosamente sembrare il libro un Harmony scritto bene. Sarà che io sono un po' la versione femminile di Cuoredipietra Famedoro, ma a me le storie d'amore non piacciono, e avrei voluto un paio di capitoli in più sulle rivolte studentesche degli anni Settanta e sul femminismo, visto che Elena Ferrante ha un sacco da dire
Donne che stanno male: Le due protagoniste Lila e Lenù vivono un concentrato di sfighe che solo chi è povero a Napoli nel dopoguerra può viversi. In tutto questo, comunque, ciò che più mi ha colpito e orrificato è il fatto che non si lavassero i denti. 
Lacrime versate: Sto ancora cercando un fazzoletto perché le mie maniche sono ormai zuppe. Tra tutti gli strazi, quello peggiore è comunque la convinzione che il grande amore della protagonista diventi un Berlusconiano

#2 American Gods, Neil Gaiman 



Trama in un tweet: Quando decidi di conquistare un nuovo continente non portarti dietro santini. Magari ti aiutano, ma non sei sicuro di voler appioppare Padre Pio ad altra gente.
Pro: La trama è avvincente e parla degli Stati Uniti come pochi parlano, i paesini sperduti, i viaggi interminabili in macchina nelle strade vuote, i monumenti inutili sulla strada. Gli Stati Uniti fuori da New York e Los Angeles dove sta la gente più vera e tutto ciò in cui crede. 
Contro: Sarà che io leggo sempre prima di addormentarmi con un occhio mezzo chiuso, ma talvolta la trama è un po' intricata e per seguirla bene pare che bisogna avere un master in Storia delle Religioni. Che io ho, ma visto che avevo dei professori scarsi ho dovuto comunque googlare per capire chi fosse Czernobog
Donne che stanno male: Nope, anzi il protagonista è un uomo eterosessuale (nero, almeno nella serie tv). Fa però riflettere su come ci siano divinità femminili di tutto rispetto in certe tradizioni. 
Lacrime versate: un po', ma non quando muore la gente, piuttosto quando il protagonista incontra persone che, da come sono descritte, sicuramente voterebbero Trump

#3 Swing Time, Zadie Smith


                 

Trama in un tweet: L'Amica Geniale di Elena Ferrante, dove le protagoniste però sono bambine mulatte nella Londra degli anni 70 appassionate di danza
Pro: Zadie Smith scrive benissimo e già avevo amato il suo "On Beauty." Oltre a scrivere bene, parla di cose che mi intrigano sempre, come l'esperienza dei neri in Inghilterra e le questioni di genere. In più la sua descrizione del progetto in Africa della cantante Aimee (una sorta di Madonna fittizia) andrebbe fatto leggere a tutti quelli che fanno Cooperazione allo Sviluppo.
Contro: Il personaggio con cui mi sono più identificata è la madre della protagonista, che la butta fuori di casa tutti i sabati per studiare per il suo dottorato in scienze sociali, e questo mi ha fatto comprendere che sarei un genitore orribile
Donne che stanno male: molte, sia a Londra che in Paesi in via di sviluppo. Il libro però ci insegna che si può stare pure più male a Londra che in un Paese in via di sviluppo, se si ha la sfiga di una famiglia abbastanza disastrata.
Lacrime versate: copiose, non tanto per le tragedie quanto perché il libro lascia in realtà pochissime speranze. L'ho pure regalato ad un'amica molto cara con cui facevo danza da piccola e solo dopo ho realizzato che lei mo me lo tirerà dietro pensando che io la stia accusando di essere una cleptomane drogata.

#4 Kobane Calling, Zerocalcare


                 

Trama in un tweet: tutto quello che vorresti sapere sulla Rojava e sui Curdi che combattono l'ISIS (ma che non ti va di leggere su Internazionale) spiegato da un armadillo
Pro: Zerocalcare è un po' la voce della mia generazione, e nel leggere il suo blog e i suoi libri ho sempre l'impressione di avere a che fare con uno come me, che potrei incontrarmi in giro (infatti ho conosciuto la sua ex in modo del tutto casuale, ma per fortuna per lei ho scoperto solo a posteriori della sua relazione con Zerocalcare - altrimenti l'avrei tartassata di domande per scoprire se fosse o meno il Wombat)
Kobane calling è bello perché parla di un viaggio in una zona del mondo e in una situazione politica di cui tutti dovremmo sapere di più, e lo fa offrendo uno stupendo diario in cui non ci sono mai generalizzazioni ma solo esperienze personali (antropologi, prendere appunti). Ti fa sembrare di poterti almeno un po' immedesimare nei personaggi che descrive senza dover andare fino in Rojava (dove io, che manco posso mangiare un panino, sopravviverei cinque minuti).
Inoltre, Zerocalcare non è mai politico ma è un po' la voce di quella sinistra di cui in Italia si avrebbe un sacco bisogno.
Contro: tecnicamente non sta nell'ebook ma è un cartaceo perché con i fumetti ci vuole, quindi è pesante, costoso, e quando lo leggo a letto e mi addormento mi cade in faccia con un tonfo (storia vera).
C'è un po' di dialetto ma visto che è romano lo perdono perché quello fa simpatico
Donne che stanno male: oh si, la bellezza dello YPJ curdo di cui parla Zerocalcare è proprio che sono brigate di donne. Quindi stanno male, ma c'è anche tanta ammirazione per quanto siano toste. E kudos a Zerocalcare che è un maschio bianco eterosessuale ma si interessa delle donne dello YPJ (cosa non così scontata)
Lacrime versate: moltissime, ma soprattutto quando ho letto questo. Per fortuna l'armadillo e altri espedienti narrativi smorzano un po' la tensione in certi punti e talvolta ho riso e pianto assieme suscitando la grande preoccupazione della gente che mi stava attorno

#5 Americanah, Chimamanda Ngozi Adichie


                   


Trama in un tweet: La protagonista pensa di aver svoltato quando dalla Nigeria si trasferisce negli Stati Uniti, invece si trova improvvisamente a dover spiegare a tutti di che colore è la sua pelle, trovando parziale sollievo solo nell'elezione di Obama (e per fortuna è stato scritto prima di Trump)

Pro: Chimamanda Ngozi Adichie mi piace un sacco. Mi piace come scrive, mi piace come parla, il suo video sul femminismo se lo dovrebbero guardare tutti, mi piace pure come si veste (pare che i suoi vestiti siano fatti soprattutto da stilisti nigeriani e me li comprerei tutti se solo non fossi sicura che non li porterei mai bene come lei).
Il libro parla di razzismo negli Stati Uniti in modo indiretto, e fa riflettere tanto su un concetto di multiculturalismo ancora tanto imperfetto. Oltretutto, la sua descrizione degli studenti e dei college americani è talmente reale che mi sono chiesta se non fosse a Boulder dov'ero anche io.
Contro: provate ad essere ad una festa e voler fare gli intellettuali cosmopoliti e voler dire che avete appena letto Chimamanda Ngozi Adichie, e poi accorgetevi che non sapete come si pronuncia e fate una figura pessima.
Donne che stanno male: Stanno malino perché sono donne, e nere, e povere, e Nigeriane. Praticamente tutto il libro è una lunghissima descrizione del femminismo intersezionale
Lacrime versate: rispetto agli altri due libri dell'autrice che ho letto, "Purple Hibiscus" e "Half of a Yellow Sun," questo è praticamente un libro comico. Ho giusto pianto un pochetto quando il libro descrive certi picchi di ignoranza di certi americani (che sicuramente pure loro avranno votato Trump dopo esser stati personaggi di "American Gods")

#6 Harry Potter, J.K. Rowling (tutti e sette)

                     

Trama in un tweet: (premesso che voi tutti già saprete che è, sennò via dal mio blog e andate a leggerlo): un ragazzino scopre che la magia può risolvere tutti i suoi problemi ma pure crearne di enormi. Circondato da professori che potrebbero salvarlo ma invece lo sacrificano volentieri, si salva solo grazie alla compagna di classe intelligente.
Pro: Ho letto Harry Potter e guardato i film più o meno in ogni fase della mia vita (la prima volta avevo l'età dei personaggi, per dire), e ogni volta ci vedo un significato nuovo. Io e la mia coinquilian Clo passavamo pomeriggi interi solo a parlare di Harry Potter, a fare e disfare teorie su trame e personaggi. 
Il quarto libro è stato il primo romanzo che ho letto interamente in inglese, perché non mi andava di aspettare la traduzione (così, quando ho fatto gli esami del Cambridge First Certificate in English in terza superiore, non sapevo descrivere la mia famiglia ma sapevo dire "Sir, my quill is full of fudge!")
E' un romanzo che parla di bullismo, di amicizia, di politica, di famiglia, di scuola, di amore, e il tutto con unicorni e magia. Oltretutto, spiega che essere bravi a scuola ti può salvare la vita ed è stato una toccasana per la me stessa secchiona. Comunque, io sono una Corvonero, come prova la tunica che mi sono messa quando mi sono dottorata. 
Contro: I personaggi potrebbero salvarsi tutti in moltissime situazioni semplicemente scomparendo, ma per qualche ragione (la stupidità, probabilmente. Ricordiamo che sono pur sempre il popolo che ha votato Brexit) non lo fanno.
Di conseguenza, J.K Rowling ha ucciso quasi tutti i personaggi che mi piacevano. Lo SO che si è scusata, ma la sua crudeltà è comunque seconda solo a quella di G.R.R Martin. Oltretutto, l'ultimo capitolo dell'ultimo libro "vent'anni dopo" fa comprendere che non importa quanto tu sia un mago straordinario, ma la tentazione di diventare un inglese medio di provincia che fa small talk mentre manda i figli a scuola è troppo forte.
Donne che stanno male: J.K. Rowling ci ha regalato molti modelli femminili da seguire, Hermione, Luna, Ginny, Bellatrix, e la mia preferita Minerva McGonagall (a cui mi ispiro quando devo insegnare, ma ancora non mi viene di trasformarmi in gatto). Stanno piuttosto bene, se non ci fosse quel problemino collaterale di Lord Voldemort che cerca di ucciderle.
Lacrime versate: ho finito l'ultimo libro un'estate che ero a casa dall'università. Singhiozzavo di notte in cucina con mia madre, che ancora non era arrivata agli ultimi capitoli, che mi girava intorno disperata diceno "No! No! Chi è morto ora? Chi è morto?". Poi nel rileggerlo ho realizzato che la trama funziona perfettamente anche sostituendo la parola "Silvio Berlusconi" a "Lord Voldemort" e ho pianto un altro po'.

#7 Les Cas Malaussène, Daniel Pennac (preceduto dal resto della saga)





La trama in un tweet: Benjamin Malaussène è la versione adorabile dalla Parigi multietnica del nipote di Jessica Fletcher: la sua anticonvenzionale famiglia allargata attira omicidi come solo certi scrittori a Cabot Cove, e lui è sempre il perfetto capro espiatorio
Pro: ho iniziato la saga Malaussène quand'ero decisamente troppo giovane per leggere di menage à trois, ma mi sono completamente innamorata. L'ho riletta tutta sulla metro a Parigi quando ero li in Erasmus e stavo imparando il Francese. Un giorno ho fatto un giro lungo e dettagliato in tutti i luoghi in cui è ambientato, la casa dove vive la famiglia, il centro commerciale dove lavora Benjamin come capro espiatorio, il liceo dove insegnava Pennac. La sera la mia coinquilina è caduta sbattendo la testa e ho completato il giro andando nell'ospedale dove ad un certo punto ricoverano Benjamin.
E' una Parigi bella, diversa, colorata, descritta in un modo assolutamente magistrale
Contro: L'ultimo volume, uscito l'anno scorso, è un pelo meno bello degli altri, o forse sono io che mi aspettavo qualcosa di diverso. Le trame sono sempre un po' splatter, un po' surreali, e i protagonisti sono a volte difficili da ricordare (a meno che non siate come me che vi rileggete i libri di continuo)
Donne che stanno male: nessuna (tranne quelle della famiglia Malaussène quando sono coinvolte negli omicidi, ovviamente). In compenso Julie Corrençon è la donna che vorrei essere (e, come scoprii il giorno famoso in cui sono andata in pellegrinaggio Malaussène a Parigi, vivevamo vicine)
Lacrime versate: Poche, perché davvero non succede nulla di triste. Tranne ovviamente tutti i morti che ci sono in ogni libro.

#8 The Ministry of Utmost Happiness, Arundhati Roy

                   

La trama in un tweet: Una donna transessuale perseguitata nelle guerre di religione tra Hindu e Musulmani in India va a vivere in un cimitero e incontra una serie di personaggi, tra cui combattenti Kashmiri, neonati, e spie. (e giuro, la marmotta che confeziona la cioccolata non c'è)
Pro: Arundhati Roy è straordinaria, questo è il suo secondo romanzo dopo "Il Dio delle Piccole Cose" e riesce a creare una narrativa che ha tutta la passione dell'attivismo e in cui descrive un'India fuori da ogni schema, così vera che nessuno conosce. 
Contro: Dopo dieci pagine ho iniziato a dimenticarmi i nomi dei personaggi, a fare confusione, e lì la storia è diventata ancora più densa, non sembrava più nemmeno un romanzo. Morale, certi capitoli li ho riletti tre volte.
Donne che stanno male: la protagonista Anjum è una donna transessuale musulmana in India. Se ci fosse una medaglia per le donne che stanno male in Paesi in via di sviluppo, la vincerebbe lei.
Pure le altre donne del libro non stanno granché, comunque.
Lacrime versate: Molte, ma è pure un libro che ti fa un po' incazzare e un po' venir voglia di cambiare le cose (non che poi io effettivamente FACCIA qualcosa, ricordo sempre che mi basta un panino per morire, figurarsi andare a combattere in Kashmir. Massimo aiuto le spose bambine a distanza con le donazioni)

#9 Il Re di Girgenti, Andrea Camilleri
       

La trama in un tweet: La storia inventata di come un vero contadino riesca per poco a diventare re ad Agrigento (e Montalbano non c'entra assolutamente nulla)
Pro: Ho letto il libro quest'estate in vacanza in Sicilia, perché a me piace leggere romanzi ambientati nei posti dove vado (giuro, con Tartu in Estonia non è stata una passeggiata). E' arguto e carino, a tratti grottesco, con la realtà storica siciliana molto ben tratteggiata. Secondo Wikipedia (e chi sono io per contraddirla?) Camilleri ha trovato un libricino con la storia vera della monarchia di Agrigento e si è inventato un romanzo intero.
Contro: E' scritto in dialetto. Ho dovuto iniziarlo tre volte prima di forzarmi a leggerlo, e alla fine un po' pure mi piaceva, però poi parlavo come Montalbano anche io
Donne che stanno male: Il libro è molto incentrato su uomini carismatici, quindi le donne sono spesso secondarie. Quelle che ci sono stanno comunque malino perché ehi, non dev'essere stato un granché fare le contadine nella Sicilia del 1700.
Lacrime: solo qualcuno alla fine, ma con grande riluttanza perché è praticamente una commedia rispetto alle altre cose che leggo.

#10 La Donna Abitata, Gioconda Belli

                 

La trama in un tweet: una ragazza di buona famiglia attraversa una fase di ribellione, ma invece di mettersi con un borgataro romano, per far arrabbiare i genitori si unisce alla guerriglia sandinista
Pro: La storia è affascinante e coinvolgente. Le vicende della protagonista Lavinia si mischiano con quelle di una guerriera indigena che vive in un albero di arancia in un delizioso realismo magico. E' ambientato in Nicaragua senza che il Paese venga mai nominato, ma il modo in cui è descritto è semplicemente stupendo
Contro: Non mi piace molto come è scritto. Trovo i dialoghi un po' stucchevoli, i personaggi un po' piatti (per quanto pieni di potenziale). La protagonista si fa un sacco di problemi a decidere se diventare una guerrigliera o no, ma lo fa parlando come la mia professoressa di Italiano delle medie (che voi non conoscete, ma era una persona formale e poco passionale. Ora che l'ho spiegato fa meno effetto). Io l'ho letto nella traduzione in italiano, ma sospetto che in originale fosse in dialetto. 
Donne che stanno male: certamente, in più il libro è condito da un bel po' di riflessioni sul femminismo (perché, pensavate che i guerriglieri sandinisti fossero gender equal? La povera protagonista si trova a dover rovesciare la dittatura E pure il patriarcato. Per dire, io sono esausta solo a convincere i miei colleghi ad invitare delle donne alle conferenze)
Lacrime versate: esteriormente no, però quando l'ho finito mi sono sentita un po' morire dentro (e ho avuto la conferma che tra le tante cose che è meglio che io non faccia c'è la guerrigliera in Centroamerica) 


Come potete vedere, io leggo moltissimi libri che parlano di donne E di uomini e che non raccontano SOLO lacrimose storie di donne che stanno male. 

E nell'aspettare la prossima puntata in cui vi parlerò di altri dieci libri, sono curiosa di sentire suggerimenti/consigli/commenti (o pure insulti, nel caso voi siate dei grandi fan dei romanzi in dialetto) 

mercoledì 7 marzo 2018

Manuale del Voto all'Estero


I cittadini Italiani residenti all'estero, iscritti nelle specifiche liste elettorali, possono votare senza rientrare in Italia tramite il Consolato di riferimento. Per questo scopo è stata costituita una Circoscrizione Estera. Il seguente manuale aiuta i cittadini Italiani residenti all'estero a esercitare il loro diritto di voto.

Il voto all'estero si compie attraverso le seguenti fasi, notificate dagli organi competenti:

1) Il cittadino Italiano residente all'estero riceverà un plico elettorale per il voto per corrispondenza.

Per votare è necessario includere il certificato elettorale allegato nel plico elettorale. Il cittadino, oltretutto, deve utilizzare una penna a sfera per indicare il simbolo del partito ed, eventualmente, una preferenza. Dovrà poi munirsi di una molletta da bucato per turarsi il naso e compiere la propria decisione.

Nel caso il cittadino volesse votare il Südtiroler Volkspartei, è pregato di notare che la lista non è presente nelle circoscrizione estere, così come Potere al Popolo (il che potrebbe essere un indicatore di quanto questi partiti siano considerati importanti nell'ottica generale delle cose). 

La busta è già affrancata, quindi non è necessario comprare un francobollo. E' però necessario imbucare la busta entro il primo di Marzo. Le schede elettorali filmate mentre prendono fuoco non saranno considerate valide.

Consigli per il voto: prima di ricevere il plico elettorale, il cittadino si farà andare il caffè di traverso nel ritrovarsi nella cassetta della posta il volantino Salvini Berlusconi e Meloni. Il volantino insegna che non importa quanto lontano dalla madrepatria si scappi, le cose che volevi lasciarti alle spalle ti troveranno comunque. Il cittadino è invitato a porre il materiale elettorale tra i rifiuti riciclabili (per salvaguardare l'ambiente).

Prima del voto, il cittadino vedrà anche le sue pubblicità di Facebook passare da "hai trent'anni, non è il momento di fare figli?" "Hai trent'anni, non è il momento di metterti a dieta?" a "vota PD!" "Vota 5 Stelle!" Il cittadino è invitato ad ignorare questi messaggi, o essi diventeranno chat di messenger che non lo lasceranno più. 


 

2) Il cittadino Italiano residente all'estero non deve recarsi alle urne, in quanto il suo voto avviene per corrispondenza.

Il cittadino è quindi libero di passare la domenica in un luogo non italico tentando di ignorare ciò che sta avvenendo in patria. Possibilmente, è gradita la visita a luoghi che concentrano l'attenzione sull'identità Europea piuttosto che su quella Italiana.

Consigli per il voto: l'Italiano residente all'estero nella Circoscrizione Europa è un europeista convinto. O altrimenti è molto pirla. Gli è quindi consigliato recarsi in luoghi che gli ricordino la bellezza e l'importanza di Madre Europa, e dove possa eventualmente farsi prendere dal panico per una sua morte imminente.

Per quanto la meta più ovvia sia Bruxelles, mi permetto qui di proporre Francoforte. Mentre Bruxelles, nel suo grigiume, ha un nonsoché di frizzantino (la birra, probabilmente) che rende l'Unione Europea un po' sexy, Francoforte ha quella serietà teutonica (e quel liquore di mele) che sicuramente fa sorridere Jean-Claude Juncker e che a suo tempo di sicuro rendeva contento anche Robert Schumann.


Oltretutto, mentre Bruxelles e Strasburgo ospitano Istituzioni Europee i cui funzionari hanno come impiego principale quello di scrivere blog bellissimi e di creare meravigliose pagine Facebook,  Francoforte contiene il vero, pragmatico, solido centro dell'Europa: la Banca Centrale Europea.  Un edificio che è stato fatto basso e tozzo solo per non mostrare opulenza. Ditemi voi se, di fronte alla mestizia di una microtorre dai complessi di inferiorità, noi dovremmo ancora star qui a voler uscire dall'eurozona.


In centro a Francoforte c'è poi un simbolo dell'Euro che ti fa venire voglia di mettere mano al portafoglio e dare un soldino a Mario Draghi. Di pagare tutte le tue tasse e magari anche qualcuna di più. Di togliere le tue banconote da sotto il letto e affidarle tutte ad una banca tedesca (o, meglio, del Lussemburgo). Altro che referendum sull'euro. 



 

3) Il cittadino italiano residente all'estero, nell'aspettare lo spoglio delle schede, può addurre il fatto di non prendere LA7 all'estero dove vive per evitare la maratona Mentana. Questo è consigliato anche da molti medici iscritti all'AIRE: evitare di pensare ai risultati elettorali porta a notevoli benefici gastrointestinali, aiuta ad evitare problemi di fegato, e allevia il mal di testa in almeno il 70% dei casi. 

Consigli per il voto: l'italiano all'estero per questioni di studio e ricerca (altrimenti detto "cervello in fuga") potrà saltare la maratona Mentana celebrando la cultura ed il sapere. Una meta suggerita è  Heidelberg, dove c'è la più antica università della Germania. In particolare, nel contemplare un edificio che per secoli si è dedicato alla trasmissione della conoscenza, il cervello in fuga (ma comunque iscritto all'AIRE e quindi avente diritto al voto) potrà pensare ai titoli di studio e alla conoscenza delle lingue straniere delle persone che saranno elette e confrontarli con i propri. Di conseguenza, potrà al tempo stesso intristirsi per l'inutilità dei suoi dieci anni passati sui libri, e rallegrarsi dell'essere, per l'appunto, scappato. 


Inoltre, Heidelberg è famosa per un bellissimo castello, dove ci sono gigantesche botti di vino. Storicamente le cantine erano controllate dal nano giullare Perkeo, famoso per aver pronunciato la frase "I drink and I know things", che ben riassume il sentimento attuale dell'Italiano cervello in fuga. 


4) Il cittadino italiano residente all'estero potrà approcciarsi ai risultati elettorali fingendo di essere nel 1994 (basta sostituite Bossi con Salvini) ed evitare Internet. Limitarsi ai giornali cartacei che, con un po' di fortuna, sono in lingue che non capisce benissimo. Più lontano egli sarà dall'Italia, più c'è la possibilità che le elezioni italiane non siano considerate degne delle prime pagine. In questo modo, può prolungare di qualche ora la beata ignoranza di non sapere chi sia stato eletto. 

IMPORTANTE! Non recarsi per nessun motivo in ufficio. I colleghi potrebbero prendere in giro il cittadino italiano residente all'estero fino allo sfinimento. Unica eccezione possibile per i cittadini che risiedono negli Stati Uniti.

Consigli per il voto: l'Italiano all'estero è invitato a consolare la propria tristezza con l'alcol.  Consigliata la Deutsche Weinstraße, la strada del vino tedesca. E' particolarmente indicata perché da la sensazione di essere in un luogo un po' irreale, essendo più calda e con gente più amichevole del resto della Germania. Ma, al tempo stesso, la sua funzione escapista è limitata dal fatto che è molto più grigia e meno fiorita dell'Alsazia (e, di conseguenza, è una meta molto più di nicchia e radical chic): aiuta a dimenticare per un po' il mondo reale, ma l'allegria che  mette è comunque, tipicamente, tedesca. Un'allegria, insomma, che non previene dal pensare ai problemi del mondo e, prima o poi, porta a rassegnarsi a vedere chi è stato eletto.

Inoltre, la Deutsche Weinstraße è, come facile supporre, in Germania, un posto dove fermarsi in una guesthouse significa trovare al buffet della colazione il prosecco, e vedere una coppia di anziani berlo felici. In cui ogni paesino ha affisse le foto della Principessa del Vino, la ragazza locale che più assomiglia alla sorella paffuta di Heidi. Non si può restare molto depressi troppo a lungo. 



La Deutsche Weinstraße è anche piena di crocifissi e madonne e santi protettori del vino, ai quali l'Italiano all'estero può appellarsi perché, per magia, gli venga concessa la cittadinanza canadese


5) Per tutta la settimana successiva alle elezioni in Italia, il cittadino italiano residente all'estero è autorizzato a interagire con la popolazione locale del Paese in cui vive nel seguente modo:


Es gab die Wahl in Italien, oder ?

Les élections en Italie? Mais moi, je n’en sais rien! Je semble en peu Italienne, mais je viens de Nice. Et je ne m’intéresse pas de tous de ce que passe en Italie, je suis aussi en peu fâchée avec les Italiennes parce que ils ont nous volé Garibaldi.


Vive la France, vive la baguette, et a mort le bidet !